DALLE MEMORIE DI ARINAL...
Ed era giunto alla fine anche per me il momento di divenire parte integrante della Comunità,ufficiale credente nell'Unico Dio; credo fosse in inverno,perchè mi torna alla mente un certo freddo e l'ululato cupo del vento che rimbombava nelle caverne a non finire,mentre io avevo la mia iniziazione; e questa d'alta parte non era neanche un rituale troppo lungo o complesso,se rapportato a quelli delle cerimonie per l'ordinamento dei sacerdoti o dei guardiani,alla fin fine consisteva nel porre al collo del giovane divenuto abbastanza grande l'osso del cranio di un antenato...eppure quel rito con me acquistò un'accezione particolare,mi sembrava che i Sacerdoti fossero particolarmente infervorati nel compiere i gesti di sempre con una smodata ortodossia. O forse fu solo una mia impresione, chi lo sa...
Bhè certo,non molto tempo dopo ebbi modo di constatare che il rituale più sbrigativo di noi felinidi era lungo e complesso quanto i più importanti riti degli altri cultisti,però a noi non sembrava fosse un qualcosa di eccessivo,magari perchè così ci avevano educato,non so...oppure per qualcos'altro,un fuoco che ognuno di noi della Comunità era conscio di possedere per natura;
Non fui ordinato da subito sacerdote e solo dopo lunghi travagli ne capii il perchè. Ciò che risultava importante tuttavia era solo il fatto che io fossi oramai considerato come un adulto,e quindi come un effettivo servitore di Nagroch con ogni mia azione,pur se non iniziato ai misteri della sua adorazione come un vero sacerdote.
E così mi fu affidato un compito inusuale,un compito che sconvolse a lungo il mio animo poichè questo non riusciva a capire se ne era in accordo oppure se era una modo di vivere in opposizione con esso...
Mi fu ordianto di viaggiare...cosa poco affine alla nostra cultura...
viaggiare e avere fede e osservare il mondo,così da comprendere i grandi interrogativi da esso posti e trovarne una risposta,crescendo e crescendo il mio spirito nel suo tendere a Nagroch e alla Morte nel frattempo...
E così io feci,con fede incrollabile....
Ma i mesi passavano,tra peripezie e avventure,e a me pareva di sentirmi solo,pure in mezzo alla gente,pur con dei compagni;solo e nell'ombra,questa era la mia condizione: e effettivamente questa non sembrava poi differente da quella di un vero sacerdote della Morte,che nel silenzio cela sicuro come la lapide le sue verità e osserva con distacco il mondo..eppure un sacerdote o un altro semplice credente ,ecco,io sentivo che essi avevano tutti qualcosa che a me mancava:sì,loro potevano gioire nella loro apparente solitudine,perchè Altro era nella loro anima a portagli compagnia e calore e a sussurargli parole di Assoluto;
io invece ero veramente solo,non avvertivo quell'ombra,che ,seppur sottile come cenere al vento,avrebbe dovuto guidare la mia esistenza...
E fu così che iniziò quindi il mio mutamento: quanto più rendevo esteriore e radicale la mia fede tanto mi sentivo solo con me stesso; e il mio spirito si incamminò verso una strada che è ben differente da quella riparata e umile di Nagroch,una strada fatta di piccoli ciottoli all'apparenza sporchi e di poco valore,ma che nel resitere a tutte le intemperie e ai piedi dei passanti rivelavano la loro durezza...
Allora la strada che andavo tracciando era più simile a una via lastricata di marmo nero con delle incrinature:lucido e splendente di ardore all'esterno,inonsciamente fragile e venato dentro.
Così era il mio credo: tutto in me si esplicitava per dare futile e gratuita glorificazione al Dio,ogni mio gesto non era per me ma neppure era per Lui: cosa se ne sarebbe fatto in verità Il Dio della Morte di quel miagolare insensato e spavaldo?La mia era un fede esasperatamente ostentata davanti ad altre persone così come da solo,come se comportandomi come un vero fanatico intransigente e ripetendo a me stesso Quel Nome mi dessi la convinzione di essere nel giusto:tutto era finalizzato alla morte degli infedeli per me allora,nessuno che non fosse un araldo della totale putrefazione dei corpi come io mi stimavo era degno di continuare a vagare per quel obbrobioso mondo dei vivi; un idea quantomeno bislacca e personale,ebbi da pensare in seguito(anche se scoprii ci fosse in verità qualcun'altro a vederla come me,anzi,non pochi ).
Eppure questa convinzione per la quale ero incline a riti oscuri e al risoluto dissanguamento di me stesso prese piede in me con particolare tenacia,tanto che ci volle un Messo di Egli in persona per reindicarmi la giusta via da seguire: un Illuminazione Divina,in altro modo non si potrebbe chiamare,quella di cui beneficiai un giorno in cui il cielo era grave e tempestoso sulla fronte del mondo-e sulle nostre teste-,un giorno nel Cimitero Maggiore di Axantis...
E chi mi parlò?Un Avatar? Un Lich resuscitato dall oltretomba? Un angelo Oscuro o un Essere incappucciato?
No,ad accogliermi fu un semplice spazzino di tombe...
Eppure da quel giorno nulla è come prima. Ed è bastato così poco!
domenica 9 marzo 2008
[Capitolo 3] L'Illuminazione
Pubblicato da Fra C alle 04:39
Etichette: Ambientazione, Arinal, Background
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